lunedì 12 settembre 2016

TOP 5 - Frasi indimenticabili tratte dai fumetti Marvel

Due parole prima di cominciare: 

Sapete, ho notato che il format "5 cose Marvel che magari non conoscevi" di alcuni miei articoli vi è piaciuto parecchio. E per "piaciuto parecchio", intendo dire che ha portato un sacco di Views, cosa che è piaciuta parecchio a me.
Sono proprio un infame, vero?
Mi hanno davvero soddisfatto i commenti positivi ai vari: 5 Civil War Facts del fumetto che non vedremo nel filmCapitan America e 5 casi di Retcon che hanno rovinato la Marvel e I 5 peggiori Crossover Marvel degli ultimi anni.
E così, ho deciso di scriverne un altro.

Tanto, essendo a metà settembre, non ho nulla da fare. 
A parte cominciare la tesina, preparare due esami, finire di scrivere il seguito di un libro e correggere un mucchio di comunicati stampa.
Per fortuna a darmi una mano c'è la Red Bull, anche se probabilmente sarà anche la causa di una mia futura neoplasia.
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-Gilgamesh

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Fin troppo spesso la gente sottovaluta il potere di una frase.
Molti dimenticato che tutto, - e quando dico tutto, intendo TUTTO - sia partito proprio da questo.
Le nostre credenza più profonde, le idee, i principi a cui ci aspiriamo... tutto questo deriva da una frase o un discorso che ci ha colpito talmente tanto da entrarci sotto la pelle, e non uscire mai più.

Beh, ho letto frasi, in tanti fumetti che hanno scatenato in me sensazioni inaspettate.
Cose che la gente non nemmeno immagina si possano trovare prendendo in mano un albo a fumetti.
Insomma, per molti (in generale quelli che non hanno mai provato a leggerli) è tutta un infinita lotta tra il buono e il cattivo, tra chi ha il potere migliore e il costume più sgargiante, ma non immagino che nascosti in ogni storia si possono trovare concetti e ragionamenti in grado di lasciare qualcosa anche nella vita reale.
Ci sono frasi che sembrano dire chi siamo, frasi che ci fanno capire come vorremmo essere, cos'è giusto e cosa sbagliato, e frasi che sembrano riflettere la nostra visione del mondo.
E poi, beh, ci sono quelle in grado di commuoverci, di emozionarci o anche solo di farci venir voglia di leggerle e rileggerle, per non dimenticarcele mai più.

Insomma, è fantastico, nel 90% dei casi uno apre un fumetto di supereroi per leggere uno scontro fra uomini colorati e si ritrova un bagaglio di emozioni e pensieri incredibili.


1)Capitan America: "No, spostati tu."




Amo questa frase.
Non solo per quanto riesce a essere vera e potente, ma anche perché rappresenta a pieno il personaggio di Capitan America, in tutto il suo carisma.
Non a caso il punto di riferimento di tutti gli eroi e dei Vendicatori è sempre stato Cap, non a caso ai tempi delle Guerre Segrete fu lui che guidò in combattimento Vendicatori, Fantastici 4 e X-Men.
La cosa buffa di questa frase è che nemmeno fu pronunciata all'interno della sua testata.
Avvenne durante Civil War, proprio nel momento in cui l'Uomo Ragno dovette fare i conti con i suoi dubbi, una volta abbandonato Stark e rinnegato l'Atto di Registrazione, Cap venne in suo aiuto, raccontandogli del giorno in cui capì cosa fosse per lui l'amore patriottico.

"Ricordo la prima volta in cui capii cosa significasse essere un americano, cosa significasse essere un patriota.
Ero solo un ragazzino, stavo leggendo Mark Twain. Lessi un passaggio che mi colpì profondamente, un passaggio così potente così vero che cambiò la mia vita. Lo memorizzai per potermelo ripetere nel corso degli anni.

Diceva “In una repubblica chi è la nazione? Forse il governo al potere? Beh, il governo è solo un servitore temporaneo; non può determinare cosa sia giusto e cosa sbagliato e decidere chi sia un patriota e chi no. La sua funzione è obbedire agli ordini, non impartirli.
Chi è allora la nazione? La stampa? No, è solamente parte della nazione. Non detiene il comando. In una monarchia la nazione è il re. In una repubblica, la nazione è la voce collettiva della gente. Ognuno di voi prendendosi la propria responsabilità, deve parlare per se stesso. È una responsabilità solenne e pesante, a cui non possono farci rinunciare le pressioni dei predicatori della stampa, del governo o degli slogan politici. Ognuno deve decidere da solo cosa sia giusto o sbagliato. Quale soluzione sia patriottica e quale no.
Se ci si sottrae a questo, non possiamo definirci uomini. Andare contro le tue convinzioni significa tradire te stesso e il tuo paese, lasciarsi etichettare dagli altri. Se tu unico in tutta la nazione sceglierai una strada, giusta secondo la tua idea di giustizia, avrai fatto il tuo dovere nei confronti del tuo paese. Tieni alta la testa, non hai nulla di cui vergognarti. Non importa cosa dice la stampa. Non importa cosa dicono i politici e la massa. Non importa se l'intero paese decide che qualcosa di sbagliato è giusto.

Questa nazione è stata costruita su un principio supremo: lottare per quello in cui crediamo, quali siano le difficoltà e le conseguenze. 
Quando il mondo ti dice di spostarti, il tuo compito è quello di piantarti come un albero accanto al fiume della verità e dire al mondo: NO, SPOSTATI TU." 


2)Goblin: "Siamo così simili, tu e io."

Una delle poche cose degne di nota degli anni 90 targati Marvel è assolutamente la rinata rivalità fra
l'Uomo Ragno e Goblin. 
Non un Goblin qualsiasi, ma Norman Osborn, tornato in vita dopo più di 20 anni di storie, per dare inizio a una serie di sconvolgimenti che segneranno per sempre la vita di Peter Parker.
In assoluto una delle mie "faide" Marvel preferite, in cui Goblin prima inscena la morte di Zia May, fa credere a Peter Parker di essere un clone e non l'originale, per poi uccidere lo stesso clone di Peter Parker, e infine decidere di trasformare l'Uomo Ragno nel suo erede, dopo averlo sconfitto.

Questa frase ha inciso enormemente sul mio modo di scrivere e caratterizzare i personaggi.
Perché limitarsi a scrivere di buoni e cattivi, perché classificarli sotto questi due aspetti? Chi dice che uno sia il bene e l'altro sia il male, quando la verità è che vogliono tutti e due la stessa cosa?
A volte sono solo due diversi punti di vista, in cui entrambi hanno ragione o torto allo stesso tempo.


"Siamo così simili, tu e io. Siamo l'assassino e lo sbirro... abbiamo lo stesso profilo psicologico... ci manca solo un passo per diventare esattamente la stessa persona che odiamo di più. Oh, tu pensi di essere mitico... invece entrambi siamo solo due personalità psicotiche che si vestono in ridicoli costumi, mettendo in scena le loro fantasie di potere.

La differenza fra noi è che io sono sempre stato disposto ad ammetterlo.

Ma ora ti ho costretto a guardare il tuo riflesso, e non ti è affatto piaciuto quel che hai visto nell'ombra. Prima o poi è inevitabile che uno dei due uccida l'altro. Quel giorno arriverà, Parker... molto prima di quanto tu creda. E quando giungerà, dovrai scegliere.
Sai davvero in quale direzione andrai?"


3)Tony Stark: "Non ne valeva la pena."

Per chi mi conosce, sa che sono un membro puro e convinto del Team Cap.
Tuttavia, nonostante sia stato contento della sua vittoria nella "Civil War" cinematografica, avrei tanto voluto che la pellicola si concludesse con questa scena.
Credo che la morte di Capitan America, avvenuta nel 2007, sia stata l'ultima morte che la Casa delle Idee sia stata in grado di farci sentire sulla nostra pelle, di emozionarci davvero.

Al termine del Crossover Civil War, per chi non lo sapesse, Cap muore a causa di un attentato ordito proprio dal suo grande nemico, il Teschio Rosso, con la complicità - involontaria - della donna che amava, Sharon Carter.
E Tony Stark, una volta di fronte al corpo senza vita del suo avversario, ma suo migliore amico da sempre, si lascia andare ad uno dei monologhi più profondi e strazianti che si siano mai letti su un albo Marvel.

"Ho fatto quel che hai fatto tu. Mi sono impegnato. Perché se la cosa non fosse stata gestita con grande impegno, sarebbero morti in migliaia. Persone innocenti. Sapevo quel che dovevo fare. La buona notizia è che durante tutto questo… non ho bevuto un sorso! E se non ho bevuto allora, probabilmente non berrò più… e poi c’è che… facendo quel che dovevo fare per vincere in fretta… sapevo che avrebbe significato che noi due non ci saremmo più parlati. Non saremmo più stati amici né colleghi.                                                                                                                                                                                        Mi sono detto che era giusto così perché sapevo di avere ragione e sapevo che… questo avrebbe
salvato delle vite. lo era! Era la cosa giusta da fare.

E… E… Ed ero disposto ad allearmi con persone che disprezziamo pur di farla. E sapevo che il mondo tifa per i deboli e che io sarei stato cattivo. Lo sapevo e ho detto che mi stava bene.
E… E anche se ho detto… anche se ho detto che ero disposto ad arrivare fino in fondo… non lo ero.
E so questo perché è successo il peggio. Quello con cui non posso convivere… è successo. 
E con tutti i nostri contrasti… con tutto quello che ci siamo detti e fatti… con tutte le domande difficili che ho dovuto rivolgere e le menzogne orribili che ho dovuto raccontare… c’è una sola cosa che non potrò mai dire a nessuno. Né ai miei amici, ai miei collaboratori o al presidente… Una sola cosa!!
La sola cosa che avrei dovuto dire a te.
Ma che ora non posso dirti…

Non ne valeva la pena."



4)La fine dell'Uomo Ragno

Le storie di Lee, Ditko e Romita erano semplicemente incredibili.
In 22 pagine riuscivano a descrivere alla perfezione un intero mondo. Non solo le vicende di un eroe, del suo alter ego e delle sue nemesi, ma di un vasto nucleo di comprimari uno più accattivante dell'altro e - forse - di un'intera città.

I problemi con Zia May, il Bugle, i bulli della scuola, le belle ragazze, i nemici, gli alleati occasionali: tutto ciò che scrissero nei primi 10 anni di storie dell'Uomo Ragno era perfetto e caratterizzato al meglio.
Coinvolgente come pochi, ogni albo era un capitolo della vita e della crescita di Peter Parker. Non solo uno scontro fra l'Eroe e il Villian della situazione, ma un passo avanti (e anche indietro) nel percorso di vita di un personaggio che forse la gente ha amato più per il suo alter ego normale che per la sua controparte supereroistica.

Questo dialogo viene dalla mia storia preferita: quella in cui Peter Parker si rende conto che non ne vale più la pena di essere l'Uomo Ragno, che esserlo ha rovinato la sua vita, la sua carriera, i suoi rapporti con le persone, e che la gente non ha bisogno di lui.


"Essere l'Uomo Ragno non mi ha procurato nient'altro che infelicità. Per soddisfare il mio desiderio di avventura... ho messo a repentaglio tutto ciò che conta veramente: Zia May, gli amici, le ragazze della mia mia vita...
E... per cosa?

Posso essere sicuro che il mio unico motivo fosse la sconfitta del crimine? O era l'inebriante brivido della battaglia... lo squisito gusto del trionfo... la paranoica sete di potere che non potrà mai essere estinta?
Più di penso e più sento che Jameson aveva ragione!
In tal caso... per il bene della mia salute mentale... rimane solo una cosa da fare...

Quando sono diventato l'Uomo Ragno era solo un ragazzino giovane e inesperto... ma gli anni passano e cambiano il mondo che ci circonda.
E ogni ragazzo prima o poi... deve riporre i suoi giocattoli e diventare un uomo"


5)Silver Surfer: "Siete una razza di folli."




Wow.
Seriamente, cosa non è stato Silver Surfer: Requiem?
Senza dubbio uno dei migliori fumetti Marvel usciti negli anni 2000 e forse il miglior fumetto Supereroistico targato J. M. Straczynzki.

In una storia ipotetica, Silver Surfer scopre che le sue forze stanno venendo meno, e che gli resta pochissimo tempo da vivere.
Ma il Surfista d'Argento non è minimamente risentito dalla notizia, e decide di trascorre i suoi ultimi giorni come se fossero i più preziosi.
Durante un incontro con l'Uomo Ragno, si abbandona a un indimenticabile monologo sulla sua visione della razza umana. E credetemi, sono certo che chiunque abbia letto queste parole non le dimenticherà mai.


"Siete un’unica razza, con gli stessi obiettivi, gli stessi sogni, le stesse paure. Mangiate lo stesso cibo, dormite tutti nello stesso modo. 

Quindi dovete trovare un modo per differenziarvi… per giustificare il fatto di uccidervi gli uni con gli altri. 
Confini, nazioni, quartieri, religioni, nomi, moda. Uccidereste per un paio di scarpe. 

I vostri leader vi sfruttano per la loro sete di potere, e voi siete felici di permetterglielo, in modo che possano uccidere quelli che avete deciso che non sono come voi. Siete una razza di folli." 

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E niente, anche questo articolo è finito.
Credo che non riuscirò MAI a scriverne uno breve. Ma proprio mai.
Ok, forse non sono le "migliori frasi mai scritte su un fumetto Marvel", ma sono solo quelle che hanno colpito maggiormente me. Anche perché alcune sono fra le prime che ho letto.


Vi lascio con i soliti inviti: cliccate Mi Piace alla Pagina Facebook, diventate Lettori Fissi dell'Isola di Asgralot in modo da rimanere sempre aggiornati con le pubblicazioni, e magari date anche un'occhiata al mio libro, I Segreti di Asgralot - L'isola degli Evoluti, disponibile in tutte le librerie e su Amazon.
Fate anche un salto dai miei amici di Marvel Humour, e date un'occhiata ai loro articoli pubblicati su Il Bifrost.

Alla prossima, abitanti di Asgralot!



-Gilgamesh

2 commenti:

  1. Bellissimo articolo come al solito.
    Potrei chiederti però da dove viene il discorso Tra Norman e Peter? Ricordo di averlo letto sul mio primo fumetto ma lo imprestai ad un amico e, ovviamente, non l'ho più rivisto. Mi piacerebbe rileggerlo ma non ricordo il titolo. Grazie

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    Risposte
    1. Grazie mille per il complimento.

      La citazione viene da Peter Parker: Spider-Man n. 25, uscito negli Stati Uniti nel Gennaio 2001.
      Purtroppo non so dove sia stato pubblicato (parlando di settimanali), in Italia, probabilmente in qualche periodico dell'Estate 2001.

      Tuttavia, io sono riuscito a leggerlo nel Best Seller targato Mondadori chiamato "L'Uomo Ragno contro Goblin", che raccoglie per l'appunto tutti i loro scontri dal 1997 (anno in cui tornò Norman Osborn) al 2001, più la morte di Gwen Stacy.
      Si può trovare tranquillamente nelle librerie o su Internet, e costa solo 10€.

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